Il CBD può influenzare l'appetito?


Il CBD può influenzare l'appetito?

Molti consumatori di cannabis sanno che il consumo di THC genera solitamente la cosiddetta fame chimica, ma il CBD produce gli stessi effetti? In questo articolo esamineremo le potenziali capacità del CBD di stimolare, o sopprimere, l'appetito.

Negli ultimi anni, il CBD ha attirato l'attenzione di un gran numero di medici e ricercatori. In alcune circostanze, il cannabinoide è stato persino approvato come trattamento terapeutico (ad esempio, in caso di epilessia refrattaria alle terapie convenzionali). Inoltre, il CBD viene studiato per le sue potenzialità terapeutiche nei confronti di vari sintomi e patologie (inclusi dolore, nausea, ansia e depressione), anche grazie all'assenza di effetti psicoattivi.

Ma che legame c'è tra CBD ed appetito? Il consumo di cannabis è notoriamente associato alla cosiddetta “fame chimica”, ma il CBD produce gli stessi effetti? Analizziamo insieme cosa dice la scienza riguardo le potenziali capacità del cannabidiolo di ridurre o stimolare l'appetito.

Qual è il meccanismo d'azione dell'appetito?

Il cbd può influenzare l'appetito?

L'appetito è il desiderio di ingerire cibo. Va distinto dalla fame, ovvero la reazione fisiologica innescata dall'organismo in caso di digiuno più o meno prolungato. È possibile avere appetito senza essere affamati, e viceversa. L'appetito emerge e si affievolisce in base a diversi fattori, tra cui le emozioni intense, la vista o l'odore del cibo, la routine, specifiche condizioni di salute, l'assunzione di farmaci ed alcuni parametri ambientali.

In che modo la cannabis influenza l'appetito?

L'aumento dell'appetito è uno degli effetti comunemente associati al consumo di cannabis. Ad ogni modo, la capacità dell'erba di suscitare la cosiddetta fame chimica è nota agli esseri umani da migliaia di anni.

Il cannabinoide tetraidrocannabinolo (THC) è potenzialmente in grado di influenzare i comportamenti alimentari. Questa molecola attiva i recettori CB1 situati sui gangli della base, il prosencefalo, l'ipotalamo e il rombencefalo, i quali, rispettivamente, stimolano la sensazione di piacere associata al mangiare, migliorano l'appetibilità degli alimenti e regolano il consumo di cibo.¹

Inoltre, questo cannabinoide si lega ai recettori nello stomaco e nell'intestino tenue e potrebbe contribuire al rilascio della grelina, un ormone legato all'appetito.

Il metodo di somministrazione del THC potrebbe influire sull'intensità della fame chimica, così come sul tipo di alimento desiderato (a prescindere che sia dolce, salato o piccante). Ciò è dovuto principalmente alla diversa potenza e biodisponibilità/tempo di assorbimento dei vari metodi di somministrazione, come il fumo, il dabbing o gli edibili.

In che modo il CBD influisce sull'appetito?

Il cbd può influenzare l'appetito?

Attivando i recettori CB1, il THC annulla i segnali che trasmettono il senso di sazietà all'organismo. Ma il meccanismo d'azione del CBD è differente: pur influenzando i recettori CB1, li attiva in modo diverso rispetto al THC.

Il CBD supporta l'efficienza e la funzionalità complessiva del sistema endocannabinoide (SEC). Questo sistema è una vasta rete all'interno del nostro organismo, il cui compito principale è quello di regolare i meccanismi fisiologici essenziali come l'umore e l'appetito.

Il CBD può stimolare l'appetito?

In definitiva, il CBD può contribuire a stimolare l'appetito in modo rilevante? Questa molecola non si lega direttamente ai recettori CB1, ma ciò non significa che non possa intervenire in tale processo. Secondo recenti indagini, il CBD potrebbe, anche se indirettamente, influenzare le abitudini alimentari.

Quasi tutti gli studi sull'argomento sono stati condotti principalmente su cavie animali, con risultati variabili e non particolarmente utili per chiarire la questione.

Ad esempio, in uno studio comparativo svolto nel 2012 e condotto su cavie da laboratorio, il CBD ha ridotto efficacemente l'appetito dei soggetti esaminati.² D'altro canto, una ricerca del 2013 ha dimostrato che il CBD potrebbe attenuare i sintomi di nausea e vomito, incoraggiando l'appetito.³

È necessario svolgere ricerche più approfondite su soggetti umani, prima che la scienza possa stabilire definitivamente gli eventuali influssi del CBD sull'appetito.

Il CBD può stimolare l'appetito in cani e gatti?

Come avviene negli esseri umani, il CBD non stimola direttamente l'appetito negli animali domestici. Tuttavia, questa molecola potrebbe contribuire ad attivare il sistema endocannabinoide in caso di scarso appetito, dovuto ad esempio a stress o malattia.

Le principali cause di inappetenza negli animali domestici includono vomito, dolore, indigestione ed altri disturbi gastrici. Quindi, il CBD potrebbe stimolare l'appetito di cani e gatti riducendo il malessere, calmando la mente e supportando i processi fisiologici degli amici a quattro zampe.

Il CBD può inibire l'appetito?

Esistono poche prove scientifiche a sostegno dell'utilizzo del CBD come inibitore dell'appetito.⁴ Ad ogni modo, questa molecola potrebbe comunque rivelarsi utile per il mantenimento del peso forma. Molte persone tendono a mangiare eccessivamente quando sono stressate, nervose, in preda al dolore, o semplicemente sovreccitate. Pertanto, se il CBD fosse in grado di alleviare questi problemi, potrebbe anche contrastare il desiderio irrefrenabile di mangiare.

Ad esempio, alcuni scienziati hanno somministrato CBD a 103 pazienti psichiatrici, notando una riduzione dell'ansia ed un miglioramento della qualità del sonno nei primi mesi in quasi tutti i partecipanti.⁵

In altri test, la privazione del sonno sembra aumentare il rilascio del sopracitato ormone grelina, che stimola il senso di fame e l'appetito. Di conseguenza, se il CBD potesse favorire il sonno, riuscirebbe anche ad inibire il rilascio di grelina e, quindi, attenuare l'appetito.

In caso di sovrappeso legato a scarsa attività fisica dopo traumi o dolori cronici, alcuni studi indicano che i potenziali effetti antinfiammatori del CBD potrebbero supportare il recupero muscolare e i livelli di energia, favorendo il ripristino della mobilità.⁶

CBD e disturbi alimentari

Il cbd può inibire l'appetito?

Il CBD potrebbe indirettamente aiutare chi soffre di disturbi alimentari, influenzando gli ormoni che regolano il tono dell'umore. È importante ricordare che, al momento, gli studi sul rapporto tra CBD e disturbi alimentari sono molto limitati e gli effetti a lungo termine di questa molecola restano sconosciuti.

CBD ed anoressia nervosa

L'anoressia nervosa è caratterizzata da forte restrizione dietetica autoinflitta, perdita di peso e percezione distorta del proprio corpo. A causa della rigida selezione degli alimenti assunti, l'organismo viene privato delle sostanze nutritive essenziali per il suo sostentamento e può sviluppare malattie gravi, fino alla morte.

Il CBD potrebbe migliorare lo stato mentale associato all'anoressia, influenzando indirettamente i sintomi di ansia e depressione. Secondo uno studio del 2014, il CBD racchiuderebbe proprietà terapeutiche e potrebbe essere utilizzato come ansiolitico e antidepressivo.⁷

Questa ipotesi è supportata da una ricerca condotta nel 2015, secondo la quale stress ed ansia cronica potrebbero turbare la rete neurale che regola l'appetito, al punto da favorire l'insorgenza di obesità e disturbi alimentari.⁸

CBD e disturbo da alimentazione incontrollata

Il disturbo da alimentazione incontrollata (DAI) è caratterizzato dalla tendenza a divorare grandi quantità di cibo. Chi ne soffre, dopo un'abbuffata di cibo avverte un forte senso di colpa e vergogna, accompagnato da rabbia e depressione. Il CBD potrebbe attenuare il desiderio di cibo regolando il sistema di gratificazione del cervello.

Uno studio svolto nel 2001 ha rilevato che il CBD potrebbe innalzare i livelli di leptina (un ormone che attiva il senso di pienezza o appagamento) nel cervello. A quanto pare, il CBD sarebbe anche in grado di trasformare il tessuto adiposo bianco in tessuto adiposo bruno, in un processo chiamato “fat browning”.⁹ Questo fenomeno supporta l'efficienza e la salute del metabolismo. Dal momento che il sistema endocannabinoide svolge un ruolo essenziale nella produzione di insulina, il CBD potrebbe supportare e stimolare tale azione.

CBD e bulimia nervosa

DAI, anoressia, e bulimia sembrano essere strettamente collegati alla dismorfia. La bulimia nervosa è caratterizzata da cicliche abbuffate di cibo e successivi comportamenti compensatori. Chi è affetto da questo disturbo sviluppa un'idea eccessivamente negativa del proprio aspetto fisico. Come accennato in precedenza, anche in questa circostanza il CBD potrebbe migliorare il tono dell'umore ed attenuare l'ansia, nella speranza che, nel lungo termine, la ritrovata serenità favorisca un atteggiamento più sano nei confronti del cibo.

THC e disturbi alimentari

Alcuni studi hanno confermato l'utilità del THC come stimolante dell'appetito nei pazienti affetti da cancro o HIV/AIDS. Purtroppo, le ricerche sull'efficacia della molecola in caso di anoressia nervosa sono molto più limitate. Abbiamo già stabilito che il THC induce la fame chimica, ma possiamo affermare con certezza che sia anche in grado di stimolare l'appetito in chi soffre di anoressia?

Uno studio condotto in Belgio nel 2011 ha evidenziato degli squilibri nel sistema endocannabinoide dei pazienti affetti da disturbi alimentari.¹⁰ Secondo questa indagine, THC e CBD potrebbero contribuire a correggere tali carenze, ripristinando uno stato più sano ed equilibrato.

Chi soffre di anoressia sembra aver perso la capacità di trarre piacere da attività come il mangiare. Detto questo, alcuni dati indicano che il THC potrebbe stimolare il senso di soddisfazione legato all'assunzione di cibo, aumentando la sensibilità a sapori e odori.¹¹

Gli studi in questo ambito sono molto limitati e la comunità scientifica mantiene un atteggiamento scettico sulla questione, e per motivi legittimi. Infatti, i soggetti anoressici possono resistere alla tentazione di mangiare ad un livello tale che stimolare il loro appetito potrebbe non essere sufficiente per superare i problemi neurobiologici correlati al disturbo.

Utilizzo del CBD per stimolare l'appetito in modo sano

Cbd e bulimia nervosa

L'olio di CBD e gli integratori non rappresentano certo dei rimedi miracolosi, ma potrebbero favorire un atteggiamento più equilibrato nei confronti del cibo, incoraggiare un sano appetito e supportare il benessere fisiologico dell'organismo. Gli studi relativi al legame tra CBD ed appetito sono ancora in corso, così come le ricerche sulle potenzialità della molecola. Di seguito elenchiamo alcune strategie per stimolare l'appetito, da abbinare all'utilizzo del CBD.

Consumare acidi grassi omega

Gli acidi grassi omega offrono numerosi benefici, e possono favorire la perdita di peso.¹² Ci riferiamo nello specifico agli acidi grassi omega-3, presenti nei pesci grassi, nelle noci e nei semi di canapa. L'olio di semi di canapa pressato a freddo è un'eccellente fonte di omega-3 e di proteine vegetali. Aggiungendo un po' di CBD, si ottiene una potente formula a base di canapa.

Fare attività fisica

Un'attività fisica regolare aiuta a bruciare calorie ed è quindi ideale per perdere peso. Inoltre, chi si allena regolarmente può concedersi uno spuntino dolce con maggior frequenza, senza sensi di colpa. L'esercizio fisico può rivelarsi utile anche per chi ha difficoltà a mangiare con regolarità. Lo sport favorisce il rilascio di endorfine, promuovendo un senso di benessere e sollecitando l'organismo a rifocillarsi.

Mangiare in orari prestabiliti

L'assenza di schemi ed orari prestabiliti per i pasti favorisce lo sviluppo di abitudini deleterie. I numerosi impegni quotidiani inducono spesso a trascurare o sottovalutare il tempo destinato all'alimentazione. Invece, è importante cercare di mangiare ogni giorno alla stessa ora per evitare di abbuffarsi di cibo o placare la fame con snack poco sani.

Diversificare i pasti

Assumere cibi diversi ad ogni pasto è utile per evitare di piombare in una noiosa routine alimentare e per assimilare tutte le sostanze nutritive necessarie all'organismo. Un modello alimentare adeguato prevede un bilanciato apporto di ortaggi, proteine, latticini magri, oli vegetali e frutta secca, ed un ridotto utilizzo di grassi, zuccheri e cibi industriali.

Bere acqua a sufficienza

Studi scientifici indicano che l'acqua può aiutare a raggiungere e mantenere un peso ideale, riducendo l'appetito, eliminando le tossine dall'organismo, stimolando il metabolismo e agevolando l'esercizio fisico. Circa il 60% del corpo umano è composto da acqua, pertanto questo liquido svolge un ruolo fondamentale in qualsiasi processo fisiologico. In pratica, più si resta idratati, più l'organismo funzionerà correttamente.

Effetti collaterali del CBD

Bere acqua a sufficienza

Gli effetti collaterali legati all'assunzione del CBD sono generalmente lievi ed includono disturbi gastrointestinali, bocca secca, sonnolenza, riduzione dell'appetito, nausea ed interazioni con altri farmaci. In caso di dubbi relativi all'utilizzo del CBD, consultare il medico o un farmacista.

Malessere dopo aver assunto CBD?

Il cannabidiolo è disponibile in vari formati, inclusi oli di CBD, caramelle gommose, tinture e cartucce per vaporizzatori. Di conseguenza, la quantità di CBD assorbita dall'organismo può variare notevolmente in base al metodo di somministrazione prescelto. Talvolta, dopo aver assunto CBD può manifestarsi un senso di nausea, a seconda della dose e del grado di sensibilità del soggetto. In questi casi, è consigliabile ridurre il dosaggio o utilizzare un integratore differente.

Le 3 migliori varietà di cannabis ricche di CBD per stimolare l'appetito

Malessere dopo aver assunto cbd?

Il CBD è molto apprezzato da chi desidera assumere cannabis mantenendo la mente lucida e funzionale. A differenza del THC, il CBD non genera effetti psicoattivi, pertanto può essere utilizzato nelle più svariate circostanze. Di seguito proponiamo alcune varietà ricche di CBD, affidabili e facilmente reperibili.

1. Joanne’s CBD

Joanne’s CBD contiene circa il 18% di CBD e meno dell'1% di THC. Questa varietà consente di trarre vantaggio dalle proprietà del cannabidiolo senza alcun effetto inebriante e sprigiona fragranze dolci, di agrumi e spezie. Se hai bisogno di allentare la tensione per ritrovare l'appetito, puoi provare a consumare queste cime nel corso della giornata.

2. Stress Killer Automatic CBD

Chi cerca un po' di euforia da abbinare ai confortanti influssi del CBD, può assaggiare Stress Killer Automatic CBD. Grazie all'11% di THC e all'alto contenuto di CBD, corpo e mente si rilasseranno profondamente e saranno pronti ad assaporare uno spuntino sano e gustoso. Le note aspre di agrumi favoriranno la salivazione, stimolando l'appetito.

3. CBD Fix Autoflowering

CBD Fix Auto è un'altra varietà ricca di CBD (7–15%) e quasi totalmente priva di THC, con aromi invitanti e perfettamente bilanciati. Le sue cime non producono effetti psicoattivi e lasciano la mente lucida e funzionale. Mentre prepari un pasto, assapora le note rinfrescanti, terrose e speziate della CBD Fix Autoflowering.

CBD ed appetito — Un legame complesso

3. cbd fix autoflowering

Gli scienziati hanno appena iniziato a comprendere l'interazione del CBD con l'organismo e, in particolare, con il sistema endocannabinoide. I primi dati indicano che, seppur con un approccio molto diverso dal THC, anche il CBD potrebbe influenzare i processi fisiologici legati all'appetito. Nello specifico, il CBD sarebbe in grado di promuovere l'omeostasi, ripristinando i valori basali dell'organismo e contribuendo a correggere i disturbi associati all'appetito.

Fonti:

1. Pacher P. The Endocannabinoid System as an Emerging Target of Pharmacotherapy. Pharmacological Reviews. 2006;58(3):389-462. doi:10.1124/pr.58.3.2

2. Farrimond JA, Whalley BJ, Williams CM. Cannabinol and cannabidiol exert opposing effects on rat feeding patterns. Psychopharmacology. 2012;223(1):117-129. doi:10.1007/s00213-012-2697-x

3. Bolognini D, Rock E, Cluny N, et al. Cannabidiolic acid prevents vomiting in Suncus murinus and nausea-induced behaviour in rats by enhancing 5-HT1A receptor activation. British Journal of Pharmacology. 2013;168(6):1456-1470. doi:10.1111/bph.12043

4. Rock E, Bolognini D, Limebeer C, et al. Cannabidiol, a non-psychotropic component of cannabis, attenuates vomiting and nausea-like behaviour via indirect agonism of 5-HT1A somatodendritic autoreceptors in the dorsal raphe nucleus. British Journal of Pharmacology. 2012;165(8):2620-2634. doi:10.1111/j.1476-5381.2011.01621.x

‌5. Shannon S. Cannabidiol in Anxiety and Sleep: A Large Case Series. The Permanente Journal. 2019;23. doi:10.7812/tpp/18-041

6. Rojas-Valverde D. Potential Role of Cannabidiol on Sports Recovery: A Narrative Review. Frontiers in Physiology. 2021;12. doi:10.3389/fphys.2021.722550

7. Schier A, Ribeiro N, Coutinho D, et al. Antidepressant-Like and Anxiolytic-Like Effects of Cannabidiol: A Chemical Compound of Cannabis sativa. CNS & Neurological Disorders - Drug Targets. 2014;13(6):953-960. doi:10.2174/1871527313666140612114838

8. Hardaway JA, Crowley NA, Bulik CM, Kash TL. Integrated circuits and molecular components for stress and feeding: implications for eating disorders. Genes, brain, and behavior. 2015;14(1):85-97. doi:10.1111/gbb.12185

9. Di Marzo V, Goparaju SK, Wang L, et al. Leptin-regulated endocannabinoids are involved in maintaining food intake. Nature. 2001;410(6830):822-825. doi:10.1038/35071088

10. Gérard N, Pieters G, Goffin K, Bormans G, Van Laere K. Brain Type 1 Cannabinoid Receptor Availability in Patients with Anorexia and Bulimia Nervosa. Biological Psychiatry. 2011;70(8):777-784. doi:10.1016/j.biopsych.2011.05.010

11. Soria-Gómez E, Bellocchio L, Reguero L, et al. The endocannabinoid system controls food intake via olfactory processes. Nature Neuroscience. 2014;17(3):407-415. doi:10.1038/nn.3647

12. Safaeiyan A, Ostadrahimi A, Sanayei M, Rasmi Y, Taraghijou P. Effect of omega-3 fatty acids on appetite, energy and macronutrient intake and body weight in obese adults: a randomized clinical trial. Progress in Nutrition. 2018;20(2-S):203-209. doi:10.23751/pn.v20i4.5481