I 3 metodi di estrazione di CBD più popolari


I 3 metodi di estrazione di CBD più popolari
Max Sargent

Ecco i processi più usati per estrarre cannabinoidi e olio di CBD dalle piante di Cannabis e i loro pro e contro. 

IL CBD E IL MONDO DELL'ESTRAZIONE

Il CBD (cannabidiolo) è un cannabinoide che sta ottenendo molto successo all'interno della community della cannabis, per via delle sue potenziali proprietà terapeutiche. Sono già stati individuati molti dei suoi effetti, tra cui quelli antinfiammatori, neuroprotettivi, antiossidanti e antiepilettici. Inoltre, il CBD non è inebriante, quindi è adatto ad un gruppo di consumatori più ampio.

Attorno a questo cannabinoide sta emergendo un enorme mercato. Oggi esistono molti prodotti, inclusi alimenti e integratori, concepiti per permettere ai consumatori di inserire agevolmente il CBD nella loro routine. Questo settore in piena espansione ha condotto a nuovi e sofisticati metodi di estrazione per isolare cannabinoidi come il CBD, i terpeni e altre sostanze presenti nella pianta di cannabis.

Tuttavia, c'è ancora spazio anche per i prodotti tradizionali. I consumatori di CBD con un po' di esperienza possono realizzare una discreta estrazione di questo cannabinoide anche in casa, con la giusta attrezzatura.

Quasi tutte le aziende, soprattutto quelle europee, estraggono CBD da fiori, steli e foglie di canapa. Questa pianta infatti sviluppa un quantitativo di THC estremamente basso e rappresenta quindi l'unica opzione legale. Le molecole come CBD e terpeni vengono isolati dalla canapa attraverso diverse tecniche di estrazione.

I consumatori alla ricerca di prodotti contenenti CBD noteranno che essi si suddividono principalmente in due categorie: gli estratti isolati e quelli a spettro completo. Gli estratti isolati offrono livelli di CBD più elevati, ma quelli a spettro completo contengono molte altre sostanze che agiscono in sinergia con il cannabidiolo. In questo articolo ci concentreremo sulle formulazioni a spettro completo create sia a livello commerciale che casalingo. 

Analizziamo le tre tecniche di estrazione più utilizzate. Ciascuna offre vantaggi e svantaggi, costi differenti e vari livelli di purezza, potenza e qualità.

ESTRAZIONE CON SOLVENTE LIQUIDO

Questo metodo di estrazione prevede l'utilizzo di un solvente liquido, ad esempio l'alcol, per estrarre cannabinoidi e altre molecole dai fiori della cannabis e della canapa. Per loro natura, i solventi sono in grado di dissolvere le molecole ma, a differenza dell'acqua, l'alcol è molto adatto per dissolvere i cannabinoidi. I solventi più utilizzati per questa procedura sono l'alcol etilico, l'alcol isopropilico e persino la nafta.

L'alcol viene utilizzato dalla medicina tradizionale da secoli, forse persino da millenni, per estrarre sostanze chimiche dalle piante e realizzare tinture. Ciò che rende unica questa tecnica è il fatto che, una volta estratta la molecola desiderata, il solvente viene fatto evaporare. Questo procedimento è stato reso popolare in tempi recenti da Rick Simpson, che supporta l'estrazione con solvente come metodo casalingo per ricavare olio di cannabis.

Il vantaggio di questo metodo è che è piuttosto economico e non richiede attrezzature speciali. È infatti probabile che troviate tutto l'occorrente per questa estrazione anche nella vostra cucina, fatta eccezione forse per l'alcol ad alta gradazione.

L'estrazione con solvente può essere effettuata utilizzando una pentola cuociriso, un fornello elettrico, qualche recipiente in vetro e delle posate. Nelle procedure più sofisticate si utilizzano i distillatori.

Lo svantaggio di questa tecnica è, chiaramente, la scarsa sicurezza. I solventi utilizzati per la procedura sono altamente infiammabili e hanno provocato esplosioni in numerosi laboratori improvvisati. È consigliabile far bollire l'alcol all'aperto, soprattutto se si utilizza il metodo primitivo con la pentola cuociriso. Tuttavia, occorre sempre ricordarsi di stare alla larga da fiamme libere durante l'operazione.

Un altro svantaggio è che, se il processo di evaporazione non viene effettuato correttamente, alcuni residui di solvente possono contaminare il prodotto finale—e non è affatto salutare assimilarli con ogni dose.

ESTRAZIONE CON OLIO PER USO ALIMENTARE

In questo metodo il CBD e i terpeni vengono estratti utilizzando oli vegetali naturali. Prodotti come olio di semi di canapa, olio di oliva e olio di cocco sono piuttosto efficaci per estrarre i cannabinoidi dalla pianta. Queste molecole sono infatti lipofile, ovvero vengono assorbite facilmente dalle sostanze grasse.

Questa tecnica di estrazione è apprezzata da molti produttori casalinghi, poiché utilizza un approccio naturale e delicato. Non c'è rischio di residui nocivi e gli oli vegetali aggiungono al mix finale numerose sostanze nutritive, come gli acidi grassi omega.

Le estrazioni con oli vegetali per uso alimentare non sono aggressive, pertanto impiegano più tempo per isolare i cannabinoidi e le altre molecole. Inoltre, il risultato finale non è molto concentrato. Nelle estrazioni con solvente liquido, l'alcol viene fatto bollire fin quando non rimane una sostanza simile a catrame, estremamente ricca di cannabinoidi e terpeni. Le estrazioni con oli vegetali sono invece più simili a delle tinture. Un altro svantaggio è che questi prodotti si deteriorano rapidamente e vanno conservati in modo adeguato. I barattoli in vetro permettono di mantenere più a lungo la loro freschezza.

ESTRAZIONE CON CO₂

L'estrazione con CO₂ permette di estrarre le molecole della pianta di cannabis attraverso anidride carbonica supercritica. In genere la CO₂ si comporta come un gas o un solido. Tuttavia, può essere convertita ad uno stato simile a quello liquido se sottoposta a livelli critici di temperatura e pressione. La CO₂ supercritica è molto utile per estrarre cannabinoidi, terpeni e altre molecole. La sostanza viene fatta passare attraverso la pianta grazie alle sue proprietà gassose e riesce a dissolvere i componenti tramite il suo stato liquido.

Una tecnica così efficace e sofisticata comporta però dei costi. L'estrazione con CO₂ è certamente l'opzione più complessa e dispendiosa. È un eccellente investimento per i produttori su larga scala, ma una scelta poco realistica per un normale consumatore di CBD.

QUAL È IL MIGLIOR METODO DI ESTRAZIONE?

Per rispondere alla domanda occorre tenere in considerazione vari fattori. Se si intende realizzare l'estratto in casa, molto dipende anche dalle attrezzature a disposizione. Tuttavia, dal punto di vista del consumatore, l'estrazione con CO₂ sembra la soluzione migliore perché permette di ottenere un prodotto di qualità superiore. La capacità di questo metodo di estrarre principi attivi senza lasciare residui tossici è impareggiabile. L'estrazione con CO₂ genera un olio a spettro completo puro e sicuro, ricco di CBD e terpeni benefici.

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Max Sargent
Max Sargent

Max si è ormai specializzato da diversi anni nella scrittura di articoli su cannabis e sostanze psichedeliche. Con la forte convinzione che un atteggiamento aperto ed onesto nei confronti delle droghe e della politica antidroga possa migliorare la vita di molti, cerca di offrire opinioni approfondite e razionali sull'argomento.