Le nazioni più pericolose per gli appassionati di ganja


Le nazioni più pericolose per gli appassionati di ganja
Steven Voser

Alcuni Paesi sono luoghi perfetti per sballarsi, altri non lo sono affatto. Scoprite le nazioni più pericolose per gli appassionati di cannabis.

La marijuana viene generalmente associata a concetti di pace, amore e fervido ottimismo, oltre ad essere una sostanza dagli effetti potenti.
Con il passare del tempo si è guadagnata una certa stima, grazie alle proprietà terapeutiche che la contraddistinguono. Inoltre, i suoi utilizzi nel settore delle materie prime sono innumerevoli.

Tuttavia, esistono ancora persone e nazioni che mantengono un atteggiamento di disprezzo verso la cannabis, sebbene quest'erba abbia ampiamente dimostrato di essere benefica. In alcuni Paesi, se venite scoperti in possesso di marijuana, rischiate di passare grossi guai, o ancora peggio, di essere uccisi.

È difficile credere che in qualche parte del mondo la preziosa pianta di cannabis possa essere giudicata così aspramente. Purtroppo, questi luoghi esistono davvero. Se siete dei viaggiatori amanti della ganja, dovreste sempre tenere a mente le punizioni estreme previste nella seguente lista di Paesi.

EGITTO

In Egitto la cannabis è illegale dal 1877. È stato uno dei primi Paesi a vietare la marijuana.

Secondo un rapporto dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, risalente a qualche anno fa, l'Egitto è al 25° posto nel mondo per il consumo di hashish e cannabis. Ma le pene severe sono tutt'ora in vigore.

La cannabis è illegale e rimane off-limit, ma il suo utilizzo è ampiamente diffuso in Egitto. In veste di turisti, però, dovreste fare molta attenzione con la marijuana. Un cittadino britannico è stato persino giustiziato nel 2013 per aver tentato di portare 3 tonnellate di hashish fuori dall'Egitto.

Questo potrebbe essere un caso estremo, poiché la maggior parte di noi non si sognerebbe mai di contrabbandare ganja. Tuttavia, ogni tipo di possesso di cannabis in Egitto può causare seri guai con la giustizia.

LE FILIPPINE

Non molto tempo fa, non era raro sentire l'odore di marijuana in qualche angolo occasionale della strada, ma Duterte ha applicato un pesante giro di vite sulla droga.

Duterte è stato piuttosto spietato nella sua lotta contro i crimini legati alla droga. Diverse fonti affermano che nel 2017, il secondo anno della campagna, oltre 12.000 persone sospettate di consumo o spaccio di droga (provenienti soprattutto da famiglie povere), sono state brutalmente giustiziate. Egli ha dichiarato apertamente che non ci sarà alcuna pietà per i criminali e che nemmeno i sacerdoti o i sostenitori dei diritti umani potranno evitare la pena di morte ai colpevoli.

Ciò non desta meraviglia, poiché Duterte è ritenuto un uomo violento. Egli stesso ha affermato di aver ucciso 3 persone in passato.

Tuttavia, la cannabis fortunatamente non è il problema principale del governo del paese, dato che il 95% degli arresti collegati alla droga sono a carico dei consumatori di shabu. "Shabu" è una parola locale che si riferisce alla metanfetamina e viene ampiamente utilizzata tra i poveri.

Anche se il Presidente Duterte è a favore della marijuana medica, qualsiasi possesso o altri reati collegati alla cannabis può essere punito severamente.

Farsi beccare con la cannabis nelle Filippine non è un gioco, anche per una quantità piccola puoi ricevere multe pesanti e addirittura finire in prigione per molto tempo. In altre parole: non farlo.

SINGAPORE

SINGAPORE

Anche Singapore è stata una delle prime nazioni a dichiarare la cannabis fuorilegge. In questo Paese esistono delle leggi particolarmente severe per i reati legati alla cannabis. Vietata a partire dall'inizio del 1800, la ganja non è affatto vista di buon'occhio dal sistema giudiziario di Singapore.

Fumare uno spinello può comportare una condanna a 10 anni di carcere, una multa di $20.000 dollari, o entrambe. Il possesso di grosse quantità di cannabis può essere considerato contrabbando, e condurre alla pena di morte.

INDONESIA

La storia dell'australiana Schapelle Corby dovrebbe farvi rabbrividire al punto tale da decidere di prendere una pausa dalla ganja, qualora decidiate di recarvi in Indonesia.

Colpevole o no, che le circostanze fossero sospette o meno, lei è scampata ad una sentenza di morte dopo essere stata scoperta in possesso di cannabis a Bali.

Dopo 9 tragici anni trascorsi in una prigione indonesiana (su 20 complessivi da scontare), è tornata a casa profondamente segnata nello spirito. Fate in modo che questo non accada mai a voi.

MALESIA

Dal 1952, quando il Dangerous Drugs Act è entrato in vigore, in Malesia vige la pena capitale per chi viene scoperto in possesso di quantità di droga che superano il limite imposto dalla legge.

La pena può variare dalla punizione corporale sotto forma di fustigazione, a svariati anni di reclusione.

Il possesso di quantità di cannabis talmente esigue da non poter essere nemmeno considerate per uso personale, può comunque portare ad una condanna a 5 anni di carcere. Per il possesso di 200 grammi di ganja o resina è prevista la pena di morte tramite impiccagione.

Nel 2016, la Corte Suprema della Malesia di Kuala Lumpur ha mandato un uomo alla forca per aver spacciato 9,73kg di cannabis. Il rischio qui è davvero concreto, e le regole severe vanno diligentemente rispettate se volete visitare questo splendido Paese in tranquillità.

CINA

La pianta di cannabis è stata utilizzata per lungo tempo nella Cina antica.
Stranamente, oggi in questa nazione la marijuana è illegale. Nelle città più grandi come Shangai, non è molto difficile procurarsi della ganja. Tuttavia, gli stranieri dovrebbero stare alla larga dall'erba.

Con quantità adatte all'uso personale non si riceve una condanna a morte, ma si viene sicuramente espulsi dal Paese.

Essere scoperti a contrabbandare massicce quantità di cannabis è una questione totalmente differente. In questo caso si può persino ricevere la pena capitale. In Cina le esecuzioni pubbliche vengono usate come deterrente contro i trafficanti di droga.

COREA DEL SUD

La Corea del Sud è la nazione meno tollerante nei confronti della marijuana. Con una inquietante dimostrazione di potere, le forze armate governative sono autorizzate a fermare chiunque in qualsiasi luogo e momento, per sottoporlo a test antidroga random.

I cittadini coreani che risultano positivi al test possono essere condannati al carcere, anche se si tratta di residui di uno spinello fumato settimane prima, in un altro Paese.

Se risultate positivi ad un test antidroga mentre entrate in Corea del Sud, potreste essere rinchiusi in carcere per alcuni mesi. Quindi, se state pianificando un viaggio in questa nazione, dovreste evitare di consumare ganja per almeno un mese o due. Una prigione straniera può davvero essere un'esperienza terrificante.

EMIRATI ARABI UNITI

EMIRATI ARABI UNITI

Una volta gli Emirati Arabi Uniti hanno sfidato la Corea del Sud su chi avesse le leggi anti-droga più rigide del mondo. Se venivate scoperti in possesso di quantità di cannabis anche minime, potevate essere condannati a 4 anni di carcere.

Con le recenti modifiche alle leggi anti-droga, il primo reato viene trattato con più clemenza. Gli incensurati possono commutare i 4 anni di reclusione in un programma di riabilitazione. In ogni caso, il traffico e il commercio di marijuana sono severamente proibiti.

Oggi, le innumerevoli proprietà terapeutiche della cannabis stanno facendo breccia nella scienza tradizionale. Molti laboratori negli Emirati Arabi Uniti stanno svolgendo ricerche sulla marijuana.

ARABIA SAUDITA

Gli splendidi deserti circondati dal mare in Arabia Saudita rievocano l'immagine stereotipata del fumatore di narghilè. Quindi in questa nazione si può fumare uno spinello in piena tranquillità, giusto? Niente di più sbagliato. In Arabia Saudita esistono pene brutali per il possesso e il traffico di droga.

Nel 2016, due cittadini dello Yemen hanno ricevuto una condanna a morte dopo essere stati giudicati colpevoli di aver importato hashish nel Paese. In Arabia Saudita, gran parte delle esecuzioni prevedono la morte per decapitazione con una spada.

MEGLIO ESSERE PREPARATI

In alcuni Paesi del mondo non vale assolutamente la pena rischiare.
Se cercate di portare in valigia un po' di "erba della felicità", molto probabilmente vi ritroverete in guai seri. Di certo questi non sono luoghi ideali per testare l'efficacia dei vostri nuovi gadget-nascondiglio.

Se proprio non riuscite a fare a meno della ganja, la cosa migliore è evitare di organizzare un viaggio in una delle nazioni presenti nell'elenco.
Se la vostra smania di viaggiare è davvero implacabile, prendetevi una pausa dalla cannabis. Se avete deciso di visitare questi splendidi Paesi, trascorrete prima un periodo di disintossicazione. Non provate mai a contrabbandare o importare droghe: potreste rischiare la vita.

Come disse Juan Sanchez Villa-Lobos Ramirez nel film cult degli anni '80, Highlander, "se la tua testa si stacca dal collo, è finita."

Steven Voser
Steven Voser

Steven è un veterano del giornalismo sulla cannabis che ha approfondito ogni aspetto in questo campo. I suoi interessi risiedono in particolare nella cultura e nell’emergente scienza della cannabis, oltre che nel modo in cui si sta evolvendo il panorama della sua legalizzazione in tutto il mondo.