Come valutare la qualità dell'hashish


Come valutare la qualità dell'hashish
Adam Parsons

Giudicare gli effetti e la qualità di un hashish può essere difficile. Ecco alcuni trucchi per valutare adeguatamente la sua qualità!

Valutare se gli effetti e la qualità di un hashish sono buoni può rivelarsi più difficile del previsto. A differenza dell'hashish, le infiorescenze della Cannabis mostrano caratteristiche diverse, come gli aromi e la copertura di cristalli di resina che rientrano tra i parametri di valutazione di potenza e qualità della marijuana. Sebbene l’hashish sia strutturalmente diverso, esistono diversi metodi per scoprire se è di qualità o no.

Prima di valutare la qualità di un hashish bisogna saper di che tipo è. Tra un hashish estratto strofinando le mani sulle infioresceze fresche ed uno setacciato a secco ci sono differenze importanti e non possono essere giudicati secondo gli stessi parametri. In ogni caso, una regola che vale per tutti gli hashish, è il controllo degli aromi.

Un hashish di alta qualità e fresco deve sprigionare pungenti e piacevoli profumi e non odori di stantio o muffa, soprattutto se si tratta di charas o ice-o-lator. Inoltre, un eventuale sentore di plastica significherebbe che l’hashish contiene agenti contaminanti di dubbia provenienza.

LE CARATTERISTICHE VISIVE DI UN HASHISH DI BUONA QUALITÀ

LE CARATTERISTICHE VISIVE DI UN HASHISH DI BUONA QUALITÀ

Il primo approccio per verificare la qualità di un hashish è sapere di che tipo è. I più popolari tra i coffeeshop sono quelli setacciati a secco. Si scuotono energicamente le infiorescenze di Cannabis essiccate per separare i tricomi, che vengono successivamente raccolti. I tricomi appena setacciati nella loro forma grezza sono chiamati “kief” o “kif”, mentre la loro forma pressata è l'hashish propriamente detto.

Un hashish setacciato a secco di buona qualità può avere aspetti diversi. Normalmente, è leggermente marrone, sul biondo, con una tessitura piuttosto sabbiosa. Quelli più pressati, invece, tendono ad assumere una tonalità marrone più scura, lucida e compatta.

Un hashish setacciato e pressato dovrebbe mostrare colorazioni bionde e marroni al suo interno e risultare morbido al tatto. Tuttavia, alcuni hashish setacciati a secco, soprattutto quelli di origine libanese, tendono a mostrare sfumature più rossastre che bionde.

Il secondo hashish più conosciuto è quello estratto strofinando le mani sulle infiorescenze fresche, altrettanto popolare nei coffeeshop olandesi. Originario di Afghanistan, India e Pakistan, questo tipo di hashish viene prodotto strofinando i palmi delle mani sulle piante ancora vive, per separare la resina appiccicosa. Questa viene successivamente impastata in forma di palline o uova e lasciata conciare qualche giorno prima di essere consumata o venduta.

L’hashish prodotto con questa tecnica dev’essere liscio e nero (o marrone scuro) e molto appiccicoso al tatto. Tuttavia, al suo interno dovrebbero essere visibili sfumature di marrone più chiare, con tonalità anche verdastre.

L’importante è saper valutare l’intensità dei colori verdi, che potrebbero indicare una presenza eccessiva di residui vegetali. Come abbiamo accennato in precedenza, un buon hashish dev’essere leggermente duro quando è freddo e morbido e flessibile da caldo. Tuttavia, un hashish fin troppo appiccicoso a basse temperature potrebbe contenere oli, aggiunti per aumentare il peso.

Un altro aspetto altrettanto importante da valutare sono le macchie bianche di muffa, che possono comparire quando non si realizza un corretta concia.

Un altro tipo di hashish che può assumere aspetti diversi è l’ice-o-lator. Sebbene non sia così facile da trovare come i precedenti, potreste trovarlo nei coffeeshop nella sua forma grezza non pressata o sotto forma di palline pressate. Quando non è pressato, si presenta come un accumulo di piccoli cristalli o grani più o meno piccoli, con colorazioni piuttosto uniformi.

Allo stesso modo potrebbe presentare alcuni grumi più grossi dovuti alla coagulazione dei cristalli più piccoli. Tuttavia, lo stesso prodotto pressato può assumere sfumature più grigiastro-marroni, più o meno scure, con una consistenza piuttosto morbida e leggermente appiccicosa.

Quelli definiti come “Full-Melt”, ovvero a fusione completa, mantengono una maggiore viscosità ed una forma ben definita a temperatura ambiente, soprattutto quelli di migliore qualità. Se invece dovessero risultare duri, potrebbero contenere residui vegetali (ma ciò non significa necessariamente che la loro qualità debba essere scadente).

IL TEST DELLE BOLLE: SE FRIGGE VUOL DIRE CHE È DI BUONA QUALITÀ?

Uno dei migliori trucchi per verificare la qualità di un hashish, indipendentemente della categoria a cui appartiene, è sottoporlo al “test delle bolle”. Si tratta semplicemente di prendere un campione di hashish e scaldarlo con una fiamma.

Se l’hashish è di buona qualità, la resina friggerà subito

Ci sono alcuni tipi di hashish di qualità superiore che si infiammano quasi all’istante, generando una piccola fiamma che si affievolisce poco a poco. Tuttavia, quando la fiamma si sarà spenta, controllate il colore dell’hashish.

Se dovesse essere nero potrebbe indicare la presenza di agenti contaminanti che sono stati aggiunti alla resina. Per evitare di bruciare eccessivamente la superficie dell’hashish, potete avvicinare semplicemente la fiamma senza arrivare a toccarlo.

Se il vostro hashish non dovesse friggere, allora potrebbe essere di scarsa qualità o contenere sostanze contaminanti, per non parlare delle alte concentrazioni di residui vegetali. Tuttavia, se dovesse friggere fin troppo, allora potrebbe essere stato tagliato con qualche olio o paraffina. Alcuni spacciatori senza scrupoli aggiungono volontariamente oli e paraffine per aumentare il peso della merce.

Una volta valutati odori, effetti, aspetto e test delle bolle, allora si dovrebbero già avere sufficienti parametri per poter dire se si tratta di un hashish di buona o cattiva qualità. Le paraffine e gli oli tendono ad avere una consistenza grassa e a sprigionare forti odori di plastica.

QUALI EFFETTI ASPETTARSI?

Gli effetti dell’hashish variano, a seconda della varietà usata per produrlo. Tuttavia, in linea generale, gli hashish prodotti da piante meno mature tendono ad avere effetti ben distinti da quelli prodotti da piante mature.

Un hashish “giovane” prodotto da infiorescenze non ancora mature, può contenere alte concentrazioni di THC e basse di CBD. Un hashish più “stagionato”, invece, tende ad avere un contenuto più basso di THC, in parte degradato e trasformato in CBN.

Infine, dalle varietà Sativa si produce un hashish dagli effetti molto più stimolanti rispetto a quelli di un hashish estratto da una Indica. Purtroppo, i maggiori produttori di hashish stanno adottando ormai ibridi più produttivi e resistenti e gli effetti non sono più così distinguibili tra una genetica e l’altra. Come potete vedere, sapere quali effetti si percepiranno dopo aver consumato dell’hashish è quasi impossibile prevederlo.

Ad esempio, la qualità di un ice-o-lator può variare a seconda delle dimensioni in micron del prodotto finale. A seconda della varietà, Indica o Sativa, le dimensioni dei tricomi sono diverse. Le Sativa tendono ad averli più piccoli, mentre le Indica più grandi e gli ibridi variabili. Considerando questi aspetti, durante il processo d’estrazione i tricomi più grandi possono essere separati da quelli più piccoli.

Adam Parsons
Adam Parsons

Come giornalista professionista, scrittore e copywriter nel settore della cannabis, Adam scrive da molto tempo di tutto ciò che è psicoattivo, di CBD e di tutti i temi legati a questo mondo. In un mercato in continua evoluzione, Adam usa la sua laurea in giornalismo multimediale per stare al passo con la ricerca scientifica contemporanea ed arricchire tutti i suoi progetti con importanti informazioni.